Forse è uno dei vostri sogni più volte rimandato per causa di forza maggiori o forse non ci avete mai pensato seriamente perché vi sembra un colpo di testa troppo avventato…fatto sta che il gap year, ovvero l’anno sabbatico, rimane uno dei progetti più interessanti e bramati del nostro tempo!

Di che si tratta? Di un periodo lungo fino a 11 mesi in cui ciascuno può dedicarsi alla propria formazione, alle proprie passioni, a collezionare esperienze di viaggio, a conoscere gente o “semplicemente” a cambiare percorso.

Ho parlato di 11 mesi perchè è il termine legalmente tutelato dalla legge 53/2000, quella che consente ai “dipendenti pubblici e privati con almeno 5 anni di anzianità nella stessa azienda o amministrazione” di chiedere l’anno sabbatico mantenendo il posto di lavoro senza retribuzione. Dettaglio non di poco conto in questo periodo di crisi!

Il gap year all’estero è una pratica molto diffusa e di solito si compie alla fine degli studi, ma ultimamente sta prendendo piede anche come “pausa dal lavoro” intesa come momento di investimento su se stessi e non solo come vacanza…e spesso si scopre che non servono così tanti soldi, basta ridimensionare di molto le proprie esigenze e calcolare bene una cifra di riserva.

A questo proposito vorrei prendere spunto da chi questa esperienza ha avuto l’audacia di farla davvero (io faccio parte di quelle che ci stanno pensando da secoli) e l’ha raccontata tutto in un sito molto carino intitolato annosabbatico.it.

Di seguito i consigli dell’autore Riccardo Caserini che ho trovato più pratici e incoraggianti:

1- aspetto economico

Smarcate le motivazioni personali l’aspetto economico diventa il tema centrale da affrontare: non serve essere ricchi per affrontare l’anno sabbatico! Anzi imparare a viaggiare e a vivere in maniera frugale e ridotta può essere un’esperienza davvero molto utile. Si possono scegliere gli ostelli e decidere di lavorare saltuariamente per poter rimpolpare il proprio budget. Ovviamente le pretese vanno ridimensionate e la capacità di adattamento portata alle stelle. Qualche esempio dei prezzi?

Cito testualmente il sito:

“Il costo di una notte in ostello in paesi meno cari (inclusa l’Australia, una delle mete più ambite) può variare tra i 5 e i 10 €, mentre a New York può oscillare fra i 30 e i 35 €. Un viaggio di cinque mesi tra il Sud-est asiatico e l’Australia può così costare circa 40€ al giorno (10 € a notte per l’alloggio, 20 € per il vitto e circa 10 € per le altre spese), ossia circa 6000 € per un periodo di cinque mesi. Aggiungendo 2000 € per i voli si arriva a una spesa totale di 8000 €. Anche calcolando un notevole margine di sicurezza, non supereremmo comunque i 10.000 €.”

Una nota importante: imparare a fare un lavoro manuale potrebbe rivelarsi molto utile per poter trovare subito un posto senza conoscere bene la lingua del paese che vi ospita.

2- aspetto organizzativo

E’ utile pianificare solo le cose indispensabili come documenti, vaccinazioni, visti, conto on line con un fondo di riserva (mai scendere sotto i mille euro), carta di credito, mappe e indirizzi.

Meglio viaggiare leggeri e lasciare spazio all’improvvisazione. Si possono pianificare i primi giorni avendo già un punto di riferimento dove alloggiare e tenersi una lista di contatti utili per il resto.

Allora state cominciando a pensarci davvero?

Qualche foto come fonte di ispirazione:

Foto Australia

Foto Thailandia

Foto Cina

Foto USA

Foto Sud America